Sostenibilità: è tempo di essere coraggiosi

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Articolo di Giulia Maria Picchi pubblicato su TeamSystem

E tre. È di pochi giorni fa il terzo documento che trovo in rete (cercherò ancora, immagino ce ne siano altri) predisposto per spronare gli avvocati a prendere coscienza sia degli impatti derivanti dal cambiamento climatico, sia del ruolo che essi stessi possono direttamente svolgere nell’affrontarlo.

Climate change resolution

Sto parlando del “Climate change resolution” https://www.lawsociety.org.uk/topics/climate-change/creating-a-climate-conscious-approach-to-legal-practice#download-the-resolution pubblicato da The Law Society, organismo professionale indipendente per gli avvocati di Inghilterra e Galles.  

Un tempismo perfetto per la sua diffusione -ora che tutti gli occhi sono puntati sulla COP26 a Glasgow– e anche per spronare la professione legale a prendere l’iniziativa nella corsa verso il net zero.

Il documento è suddiviso in 5 parti e come si legge nella presentazione è stato redatto per:

  • rendere la professione “a prova di futuro”, affrontando le questioni in modo da tener conto della realtà del cambiamento climatico
  • esortare gli avvocati a pensare a come identificare i rischi del climate change, le responsabilità e le potenziali linee d’azione più ecologiche
  • lavorare per ridurre i gas serra associati alla gestione dello studio, ma anche le politiche e le emissioni indirette associate al cambiamento climatico e allo svolgimento della professione
  • realizzare appieno il potenziale di normative, avvocati e studi legali come forza progressiva nell’affrontare la crisi climatica.
Manifesto dello Studio Legale Sostenibile

Il secondo documento presentato alla fine di ottobre da Deloitte Legal è invece un vero e proprio manifesto, il “Manifesto dello Studio Legale Sostenibile”https://www2.deloitte.com/it/it/pages/legal/solutions/il-manifesto-di-deloitte-legal—deloitte-italy—deloitte-legal.html redatto e adottato in linea con i principali Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs) dell’Agenda 2030 approvati dalla comunità degli Stati delle Nazioni Unite per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire pace e prosperità per tutti.

Nel manifesto si legge: “Anche la professione legale è di fronte a una trasformazione senza precedenti; noi avvocati siamo chiamati non solo ad adattarci a un’economia e a una società che cambia, ma a guidare un’evoluzione epocale della nostra professione” e ancora “Per contribuire al raggiungimento di questi obiettivi, c’è bisogno anche di una professione legale orientata alla sostenibilità, consapevole delle necessità più urgenti di un mondo sempre più digitalizzato e globalizzato. Una sostenibilità che, specialmente oggi, va declinata non solo in chiave ambientale, ma anche etica e sociale.

Avversare il cambiamento sarebbe come «cercare di fermare il vento con le mani». Dobbiamo, al contrario, promuovere l’evoluzione, indirizzandone la straordinaria energia: essere consapevoli dell’importante funzione sociale che ricopriamo, sviluppare nuove competenze e promuovere l’adozione di strumenti e tecnologie trasformative significa per noi avvocati avere un ruolo chiave nella creazione di un efficace accesso alla giustizia e nel recupero di competitività del nostro Paese, fornendo soluzioni alle attuali sfide sociali e ambientali. Affrontare queste sfide richiede un approccio aperto, inclusivo e un’ampia diversità di prospettive.

Se non agiamo subito perderemo le sfide della nostra generazione e comprometteremo irrimediabilmente il ruolo dell’avvocatura e, con esso, il benessere delle future generazioni di professionisti. Dobbiamo immaginare una professione e un futuro più sostenibili e lavorare per garantirli a chi verrà dopo di noi.”

Avvocati e sostenibilità: i punti del Manifesto

Il Manifesto si fonda su 6 valori chiave:

  • Eco-consapevolezza
  • Diversità e inclusione
  • Accesso al diritto
  • Tecnologia e innovazione
  • Benessere
  • Competenza

in corrispondenza dei quali Deloitte Legal si impegna a raggiungere alcuni obiettivi entro il 2030, in particolare:

  • Partecipare al comitato di sostenibilità di network per supervisionare e integrare le misure dedicate alla sostenibilità.
  • Garantire una leadership fondata sulla parità di genere: 50% di donne nelle posizioni apicali.
  • Favorire l’evoluzione della professione forense attraverso strumenti che agevolino l’accesso al diritto e alla giustizia.
  • Dotarsi di strutture innovative per promuovere la mobilità sostenibile a tutti i livelli.
  • Declinare il diritto alla disconnessione e realizzare un modello di organizzazione del lavoro ispirato alla salute e benessere di tutti i collaboratori.
  • Garantire l’accesso a corsi professionalizzanti e borse di studio per i collaboratori, in partnership con le principali università italiane ed estere.

L’ultimo documento, o forse il primo della serie visto che è stato pubblicato a maggio dell’anno scorso, è il “Climate crisis statement” dell’International Bar Association (IBA*) https://www.ibanet.org/article/d1e68796-a00f-460e-9b24-0ab1d8d07b5c che definisce le azioni che gli avvocati potrebbero intraprendere per combattere l’emergenza climatica tra cui: una maggiore interazione con il legislatore, un’attività di consulenza ai clienti sui rischi climatici e un impegno diretto nell’ambito delle facoltà di giurisprudenza per far conoscere gli aspetti legali del climate change e il loro impatto sui diritti umani.

Mi permetto di chiudere questa sintesi riportando per intero il testo del SDG 16 – Pace, giustizia e istituzioni forti, che non è direttamente collegato al clima ma è senz’altro quello più interconnesso alla professione legale:

“Promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli”.

Sul sito di Global Compact Network Italia https://www.globalcompactnetwork.org/it/il-global-compact-ita/sdgs/business-sdgs/1371-sdg-16-pace-giustizia-e-istituzioni-forti.html si legge:

“Alcune regioni del mondo beneficiano di condizioni di pace e di buon governo stabili e durature, mentre altre regioni sono afflitte da situazioni continuative di conflitto, violenza ed ingovernabilità. La maggior parte dei conflitti avvengono nei paesi in via di sviluppo, principalmente nel continente africano e in Medioriente. Ad oggi, sono soltanto 10 i paesi del mondo liberi da conflitti di ogni tipo. La corruzione pregiudica la democrazia e la legalità, porta alla violazione dei diritti umani, e permette al crimine organizzato e al terrorismo di prosperare. Questi fenomeni impattano in modo più significativo sui gruppi più vulnerabili, come donne e bambini. Per ottenere società pacifiche e inclusive, che promuovano lo sviluppo sostenibile, è necessario dare una spinta ai principi di legalità al livello internazionale. Questo significa incentivare società basate sulla trasparenza e sul buon governo e garantire il rispetto dei diritti umani. L’SDG 16 vuole promuovere la legalità al livello nazionale ed internazionale, e garantire a tutti l’uguaglianza nell’accesso alla giustizia, riducendo la corruzione e creando istituzioni responsabili e trasparenti. Con questo obiettivo si vuole anche mettere fine a tutte le forme di violenza e delinquenza organizzata, incentivare la partecipazione dei paesi in via di sviluppo alle decisioni globali, e facilitare leggi e politiche a favore dello sviluppo sostenibile al livello internazionale”.

E ancora: “Il settore privato ha un ruolo importante nel raggiungimento di questo SDG, incorporando i principi di trasparenza nell’organizzazione, scongiurando qualsiasi episodio di violenza all’interno della propria catena di fornitura, e favorendo la legalità nei paesi in cui opera”.E adesso chiedo a chi ha letto fino a qui: chi non vorrebbe vivere in un mondo così?

* The global voice of the legal profession, is the foremost organisation for international legal practitioners, bar associations and law societies. Established in 1947, shortly after the creation of the United Nations, it was born out of the conviction that an organisation made up of the world’s bar associations could contribute to global stability and peace through the administration of justice.